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Le origini di Teate: tra storia e mito

Storia

Le origini dell’antica Teate hanno radici in un tempo lontano e mitico.

Della sua esistenza più antica sono documento resti di capanne e una necropoli con tombe dalla tarda età del Ferro a quella romana.

Secondo la leggenda fu l’eroe greco Achille, raffigurato anche nello stemma attuale della città, a fondarla nel 1181 avanti Cristo, chiamandola Teate in onore di sua madre, la ninfa Teti.

Il mito testimonia sicuramente di influenze greco-orientali tant’è che Teate fu municipio dopo la guerra sociale, quando i Marrucini sottomessi ricevettero la cittadinanza romana, ma riuscì a ben assimilare la praticità della cultura latina con le forme della cultura e dell’arte dell’oriente greco.

La Teate romana è vitale culturalmente, ricca e arricchita di monumenti ed edifici e strategicamente importante.

I romani disegnarono il tracciato viario costruendo teatro, anfiteatro, terme. Tutt’ora i resti di quell’epoca sono visibili e fondanti il centro storico di Chieti.

Una parte del sistema di captazione delle acque costruito dai romani come la Via Tecta di palazzo de’ Mayo è visitabile anche oggi.

Il periodo del tardo antico teatino è pressoché sconosciuto, una certezza è la molteplicità di apporti che si susseguono a partire dalla caduta dell’impero romano.

Devastata dai Visigoti, riedificata da Teodorico, nell’802 fu conquistata ai Longobardi e incorporata alla provincia Valeria.

All’inizio del X successivo era capoluogo della vasta contea di Teate poi assoggettata dai Normanni e autonoma con gli Svevi nel XIII secolo.

Con i casati degli Angioini e degli Aragonesi, Chieti ebbe grande prestigio fino a diventare capitale dell’Abruzzo Citeriore.

Da Alfonso I re di Napoli ebbe ampi privilegi e fu fatta metropoli degli Abruzzi ed elevata a sede arcivescovile nel 1526 e fortificata dal viceré duca d’Alba, a difesa del Regno contro le invasioni francesi.

L’età moderna vede una Teate stabile politicamente, viva commercialmente, culturalmente e artisticamente.

Quando l’Abruzzo fu suddiviso nelle due province dell’Aquila e di Chieti, la città fu ridotta allo stato feudale per i Caracciolo di Castel del Sangro (XVII) ma, insorta contro il governo spagnolo, recuperò le libertà demaniali.

Nell’Ottocento ebbe inizio l’occupazione francese e nonostante le posizioni antifrancesi, la città diventa piazzaforte ricca di nuove strutture amministrative.

Nel periodo risorgimentale e in quello immediatamente successivo, molti teatini aderirono al processo per l’unificazione.

Nel 1861 il re Vittorio Emanuele II entrò in città proclamandone l’annessione al Regno d’Italia.

Chieti, piccolo grande gioiello che dalla fondazione ad oggi ha fatto proprie identità e culture diverse imprimendole nel tessuto cittadino con edifici religiosi, civili dei tanti “passati” che disegnano gli strati millenari di una storia che deve e può essere conosciuta, visitata, arricchita.

Articolo a cura di ScopriTeate

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